Un meme interno di Meta diffuso da The Verge parla chiaro: Facebook potrebbe diventare a pagamento

Sembrerebbe che Meta stia pensando di rendere alcune funzioni di Facebook a pagamento. La notizia è trapelata da un contenuto meme, diretto allo staff.  La compagnia Meta ha poi confermato al noto giornale online americano The Verge, l’esistenza di un gruppo di lavoro, New Monetization Experiences, pronto a progettare «nuovi tipi di prodotti, impostazioni, esperienze che le persone siano desiderose ed eccitate di pagare».

Cosa sappiamo sulle funzioni a pagamento?

Non si sa molto sulle funzioni di Facebook che potrebbero diventare a pagamento, l’unica cosa certa è che non avverrà nel breve termine. Sia Mark Zuckerberg, nel giugno 2022, che il supervisore del progetto hanno ribadito che l’orizzonte temporale a cui guardare è molto ampio, circa 5 anni.
“Su un orizzonte temporale di cinque anni penso che l’introduzione di funzioni a pagamento possa davvero muovere l’ago e fare una differenza piuttosto significativa” annunciano.
Per cui gli utenti avranno tempo per abituarsi all’idea che potrebbero dover pagare per usufruire di alcune funzioni, anche perché questo sembra l’unico modo per salvare il bilancio di Facebook.

Si pagherà per non visualizzare le pubblicità?

Questa è la domanda principale che si stanno ponendo gli utenti, tra 5 anni avremo una versione di Facebook a pagamento, senza pubblicità, e una gratuita, con la pubblicità?
Funzione molto simile a quella adottata da Telegram Premium, dove pagando 3,99 o 5,99 euro al mese si avrà una versione dell’applicazione senza banner pubblicitari e funzionalità aggiuntive.

Al momento però la compagnia Meta afferma che non ha intenzione di offrire una versione di Facebook e Instagram a pagamento.

Alcune funzioni già a pagamento

La notizia che Facebook potrebbe diventare a pagamento non sembra essere una novità, infatti alcuni utenti del Social hanno già sperimentato i plus a pagamento. Da qualche tempo infatti Facebook  ha introdotto la possibilità, per gli amministratori dei gruppi, di rendere alcuni contenuti accessibili solo ai loro membri paganti.
Funzionalità sperimentata anche su WhatsApp Business, dove si può pagare per contattare direttamente gli utenti via messaggi privati.